Dahmer, la madre di una delle vittime contro la serie Netflix: "Tutto falso". I familiari si ribellano

La madre di una vittima si è scagliata contro la serie Netflix "Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer": ecco cosa ha scatenato l'indignazione della donna.

Dahmer, la madre di una delle vittime contro la serie Netflix: "Tutto falso". I familiari si ribellano

Nell’ultimo periodo su internet, e non solo, non si sta parlando di altro; la serie “Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer” sta facendo discutere e divide il pubblico a metà. Se da una parte in molti apprezzano la serie e il modo in cui è stato affrontato il delicato caso del cannibale di Milwaukee, dall’altra storcono il naso quelli che la reputano troppo violenta.

A commentare il prodotto targato Netflix ora è arrivata una voce autorevole, suo malgrado. Stiamo parlando della madre di una delle vittime del mostro, la signora Shirley Hughes. Il figlio, Tony Hughes ha incontrato Dahmer in un bar gay di Milwaukee il 24 maggio 1991 e lo avrebbe attirato nel suo appartamento, lì lo ha drogato e smembrato, conservando poi il suo cranio che, durante le indagini, è stato rinvenuto nella sua abitazione.

La protesta dei familiari delle vittime di Jeffrey Dahmer

Al Guardian, la signora Shirley ha dichiarato perplessa: “Ciò che è stato rappresentato non corrisponde assolutamente al vero ed è fallace. Ci sono tante cose non reali. […] Non vedo come possano farlo. Sono senza parole per ciò che è successo. Non capisco come possano usare i nostri nomi e mettere fuori roba del genere senza il nostro permesso“.

La madre di Tony non è l’unica a sollevare proteste contro la serie di Ryan Murphy, anche Eric Perry, cugino del 19enne Errol Lindsey altra vittima del mostro, non ha accettato la trasposizione della tragedia che li ha investiti anni fa: “Questo telefilm ci sta traumatizzando di nuovo ed è dura per tutti noi. Non sto dicendo a nessuno cosa guardare, ma siamo tutti molto arrabbiati per questo show. Si tratta di continuare a traumatizzare chi è stato coinvolto, e per cosa? Di quanti film, spettacoli, documentari abbiamo bisogno?“.

Continua poi affermando di non essere mai stato contattato dalla produzione della serie, anche solo per descrivere il loro stato d’animo di allora e del dolore che continua ad accompagnarli: “Non mi hanno chiesto nulla. L’hanno fatto e basta. La mia famiglia l’ha scoperto quando lo hanno fatto tutti gli altri. Nessuno ci ha avvisati prima di ciò che stava per accadere”.

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